Completo per altare in misto lino
"I lini d'altare" sono il prescritto ornamento dell'altare. Nelle rubriche generali del messale è detto che la mensa dell'altare sia coperta da tre tovaglie di lino. Nei libri di liturgia, inventari, scrittori ecclesiastici del Medio Evo, le tovaglie portano vari nomi : linteamina altaris, velum, pannus altaris, palla, mensale, tunica. Le tovaglie d'altare in ogni modo si possono senz'altro annoverare tra i più antichi paramenti. Si è soliti ricomprendere tra le tovaglie d'altare anche il Servizio Messa, ovvero i lini più piccoli che il sacerdote usa sotto il calice e per detergerlo.
Questo articolo, in misto lino, è interamente ricamato a mano.
Comprende cinque pezzi:
- tovaglia cm 90x50, con decorazione molto sobria e di buon gusto. E' preferito l'ornamentazione a ricamo, con motivi semplici : fiori, foglie, ricami simbolici a facile intreccio, iscrizioni.
- manutergi o manutergio. Si tratta di un piccolo asciugamano necessario quando è presente il rito della lavanda delle mani come, ancora oggi, nel rito romano durante la messa, nella Dedicazione di una chiesa e di un Altare dopo le unzioni,dopo l’unzione crismale nella Cresima, nell’Unzione degli infermi, dopo l’imposizione delle ceneri e dopo la raccolta di offerte in natura. Oggi è un piccolo rettangolo di stoffa più o meno delle dimensioni del purificatoio.
- corporale, costituito di un panno di forma quadrata di tela di lino. Durante la celebrazione della Messa, dapprima il corporale è posto piegato sopra al calice; durante l'offertorio il celebrante lo distende sull'altare per posarvi sopra la patena contenente l'ostia e il calice contenente il vino; il suo nome proviene dal fatto che, ponendovi sopra l'ostia transunstanziata che è diventata il corpo di Gesù, sostiene il corpo stesso di Gesù Cristo. Per lo stesso motivo nei vecchi sacramentari ambrosiani veniva chiamato sindone.
- purifichino, usato dal sacerdote per asciugare il calice, pulirsi le labbra e pulire la patena; di stoffa adatta affinché non righi la doratura dei calici ed assorba bene. Può esservi ricamata una crocetta o altro segno per distinguerlo. Non c’è una storia di questa stoffa, è solo la necessità che ha indotto ad introdurlo.
- stoletta bicolore cm 140x5, bianca e viola, generalmente come ricambio delle nostre valigie per celebrazione o per i nostri astucci porta teca eucaristica, ma adatta ad ogni necessità; un paramento liturgico utilizzato dai diaconi, dai presbiteri e dai vescovi della Chiesa cattolica e di altre comunità cristiane di tradizione occidentale (come le chiese anglicane e le chiese vetero-cattoliche), può essere più o meno decorata con ricami e il suo colore varia a seconda del tempo liturgico. Il significato della stola è un richiamo ai testi sacri, rappresentando sia il dolce giogo di Gesù, poiché il mio giogo è dolce e il mio carico leggero (Mt 11,30), sia i fiumi d'acqua viva che scendono sugli eletti (Gv 7,38). L'equivalente della stola nei riti orientali è l'epitrachelion per i sacerdoti e l'orario per i diaconi.
La pulitura della biancheria varia in base al capo:
- le tovaglia ed il manutergio vengono lavati come gli altri capi, in lavatrice o a mano, avendo cura di raschiare le eventuali gocce di cera cadute sulla tovaglia (l'uso della cera liquida evita questo problema).
- Il corporale e il purificatoio devono essere passati in acqua prima di essere lavati poiché potrebbero avere frammenti di pane consacrato o gocce di vino consacrato; l’acqua si versa in luogo opportuno, in vasi con fiori.